L’ASTROLOGIA EGIZIANA E L’OROSCOPO DEL MONDO – Il Planisfero di Denderah

L’immensità del cielo notturno ha sempre mostrato all’uomo un firmamento disseminato di stelle. Gli antichi astronomi-astrologi egizi, in base ad una tradizione nel tempo arricchita di nuove rivelazioni, avevano suddiviso il cielo osservabile in un certo numero di costellazioni, ognuna delle quali ebbe un preciso significato associato ai Misteri della rinascita. “I nomi delle Costellazioni e il loro significato simbolico possono variare secondo i tempi e le Nazioni, mantenendo però il contenuto esoterico in ragione dell’unicità della Rivelazione. Esse rivelano e testimoniano il grado di conoscenza arcaica posseduta dai Centri Iniziatici di civiltà ormai scomparse. Testimonianze archeologiche, scritti e tradizioni, dimostrano una conoscenza dell’astrologia-astronomia, medicina, arte, e di altre scienze, da parte dei Caldei, Egiziani, Greci, Cinesi, Aztechi, Incas e altri popoli antichi. Queste conoscenze non avevano un carattere generalizzato ma si riferivano ai Centri di cultura esoterica, dove si fondevano scienza e religione.” (Alessandro Benassai, Origine e Significato delle Costellazioni, pag.13).

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Una delle più famose rappresentazioni del cielo dell’antichità è senza dubbio il Planisfero di Denderah tuttora conservato al Louvre di Parigi. Fu scoperto dal Generale Desaix, un ufficiale napoleonico, nel 1799 nel tempio di Hathor a Denderah, vicino Luxor. Il planisfero scolpito nella pietra prendeva posto sul soffitto di una delle stanze del Tempio dove avveniva la celebrazione del Mistero della Morte e Risurrezione del dio Osiride. figura-2-bis-denderah

Per molti secoli Denderah (o Dandara) – antica città egizia posta sulla riva occidentale del Nilo a pochi chilometri da Abidos – è stato un luogo religioso, la sua fama è legata proprio alla presenza di un Tempio dedicato a Iside-Hator.

figura-3-denderahIl primo nucleo del Tempio risale al XV secolo avanti Cristo, ma alcune iscrizioni sembrano addirittura rimandare la fondazione ancora più indietro nel tempo. La parte superiore del Tempio è invece di età Tolemaica, tra il 300 a.C. e il 30 d.C. Più di uno scrittore ritiene di datare il Tempio di Hator a Denderah, e quindi i planisferi ivi contenuti, proprio attorno al 300 a.C. all’inizio dell’epoca alessandrina in piena influenza greco-babilonese.

Esistono in realtà due zodiaci nel Tempio di Denderah.  . Il primo, chiamato zodiaco circolare, 

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che si trovava a decorazione del soffitto della Grande sala ipostila, è quello che a cui ci riferiamo quando parliamo del “Planisfero di Denderah chiamato zodiaco lineare

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    figura-5-bis-denderahè collocato invece in una delle grandi stanze adiacenti. Il planisfero o zodiaco circolare di Denderah è un bassorilievo in pietra arenaria che misura complessivamente 2.55m per 2.53m. In questo planisfero sono stati scolpiti con cura i simboli delle costellazioni visibili nel cielo Nord Boreale dagli antichi astronomi-astrologi egizi, vediamone alcuni.

Nel perimetro della sfera celeste troviamo raffigurate trentasei figure definite poi successivamente dai Greci “Decani”. figura-6-denderah

I Decani per gli Astronomi egizi erano piccoli gruppi di stelle o stelle singole importanti che sorgevano la notte durante trentasei periodi di dieci giorni. Erano collegati a “geni tutelari” che avevano il controllo degli eventi per quel preciso periodo. In pratica ogni dieci giorni gli Egiziani, per il movimento della volta celeste, vedevano sorgere le stelle del Decano successivo. Questa divisione andò a scandire il tempo e a costituire il calendario, che era usato soprattutto come calendario liturgico.

Poco più interno al cerchio dei 36 Decani troviamo un altro cerchio ideale formato dai simboli, ben riconoscibili, delle 12 costellazioni zodiacali.figura-7-8-dwenderah Prima di tutto è da notare che sono state scolpite in senso orario, ovvero in senso inverso a come vengono comunemente rappresentate e a come procedono nel cielo. Tra le costellazioni zodiacali possiamo individuare poi le figure simboliche dei 5 pianeti conosciuti dagli antichi: Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, i soli osservabili ad occhio nudo, che con il Sole e la Luna formano il settenario astrologico.

Risulta di estrema importanza la collocazione che i suddetti pianeti hanno ricevuto, ovvero in prossimità delle loro particolari dignità, definite nel linguaggio astrologico, “i luoghi dell’Esaltazione“. Essendo questa configurazione astronomica impossibile da verificarsi realmente nella prospettiva geocentrica, è sicuramente da escludere che l’intenzione di chi ideò il planisfero fosse quella di raffigurare un momento astrale preciso, bensì appare più plausibile il rimando è ad una tradizione molto antica che fa riferimento all’Oroscopo del mondo.

Infine nel centro del Planisfero, nei pressi del Polo Nord celeste, è scolpita la Zampa di Set, l’Ippopotamo simbolo di Iside sotto le sembianze della dea Taurt. Tra le due si trova un giovane Cane, simbolo del dio Anubi. La costellazione della Zampa Anteriore del Toro fu formata dalle sette stelle dell’Orsa Maggiore, la costellazione dell’Ippopotamo dalle stelle del Drago, Anubi fu formato sulle stelle dell’Orsa Minore.figura-9-denderah

Queste, in estrema sintesi, sono solo alcune delle particolarità di ciò che può essere definita una vera e propria “mappa stellare” o “carta del cielo” altamente particolareggiata. Tutto il planisfero di Denderah rappresenta una sintesi della conoscenza astronomica e astrologica degli egiziani, ma una conoscenza non disgiunta da una dottrina precisa e segreta celebrata nei Misteri: la rinascita dell’uomo nella divinità solare. Fu la pelle di leopardo l’emblema che designò coloro che avevano vissuto questa eccelsa esperienza.

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La pelle di leopardo fu una delle insegne di Osiride, quale Dio della morte e della resurrezione. Innanzi al suo trono appare spesso la pelle di un animale sacrificato appesa ad una lancia il cui sangue cola dentro ad una coppa. I sacerdoti egizi chiamarono Meska la pelle sotto la quale si poneva l’iniziando, il termine Meska è costituito da mes “nascita” e ka, “doppio”, da cui: nascita del “doppio” o doppia nascita. Meska è un termine che ha la stessa radice di Mesket con il quale gli Egiziani nominarono il cielo stellato del nord che pareva avvolgere, nascondere e proteggere il Centro della vita universale, il potere supremo di Osiride, la forza forte delle forze che se vinta rende degni dell’immortalità.

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